Oggigiorno si fa un gran parlare di droni, utilizzando questo termine nel modo in cui è stato assimilato dal grosso pubblico, un po’ come quarant’anni fa la sigla TIR venne associata ad autotreni e autoarticolati: per tanti, il drone è in realtà il multicottero, “incarnato” nella forma più comune che è il quadricottero. Un drone è genericamente un robot, ma le notizie dai più recenti scenari di guerra ci hanno abituati a chiamare così i velivoli capaci di volare senza pilota o di volo autonomo. Il termine drone è inglese e tradotto in italiano significa fuco, ovvero il maschio delle api, coniato per via della somiglianza dei primi velivoli droni con l’insetto. La relativa tecnologia è nata, come tante, per scopi militari, ma è diventata disponibile a tutti ed è finita per diventare un fatto commerciale, passando sotto il termine più generico di UAV (Unmanned Aerial Vehicle = velivoli senza pilota). Come tutti i fenomeni commerciali e scivolata nel consumer, con i “giocattoli” che hanno invaso gli store di tutto il mondo.
Le applicazioni per impieghi civili sono oggi giorno molteplici: dalla videosorveglianza, alle riprese video in zone non accessibili all’uomo, sino all’analisi delle colture agricole per mezzo di speciali videocamere. Adesso è anche e possibile fare rilievi in 3D di un intero territorio ed è diventato un utile strumento anche per la protezione civile.
Di seguito alcune terminologie di volo